Laura Turra
- 04/03/2018 06:51:00
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La leggo e una gioia chiara mi raggiunge. Scoprirsi felici di un niente, di cose ordinarie, feriali, è proprio il segno di una povertà di spirito (proprio in senso evangelico), di chi riconosce nella vita un bene per sè. Fa stare bene. Un caro abbraccio, Gil!
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Franca Colozzo
- 03/03/2018 22:29:00
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@Gil. Questa felicità è lo stupore dei poveri per le piccole cose quotidiane che sembrano banali, ma a volte ti rovinano la vita. Dei ricchi, non saprei, ma credo anche per loro, perché ogni cosa che non funziona è una rottura di scatole. Soltanto che spesso non ce ne accorgiamo, noi poveri di spirito, che attraversiamo il mondo nella noia quotidiana e nella routine data per scontata. Solo quando la macchina si inceppa, imprechiamo e ci illuminiamo come una lampadina appena sostituita quando il problema viene risolto. Siamo dei bambini evoluti in peggio, si fa per dire! Una poesia che ci fa riflettere per farci prendere al volo le piccole cose così come si presentano, nella loro semplicità. Buona domenica.
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